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Vangelo di domenica 21 APRILE 2013 ed audio Omelia Don Riccardo

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ANNO C IV DOMENICA DI PASQUA - VANGELO

VANGELO

Gv 15, 9-17

Io ho scelto voi. Rimanete nel mio amore.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

 

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai discepoli: 9«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 10Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 11Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.

12Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. 13Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. 14Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. 15Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. 16Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 17Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».

 

AUDIO VANGELO

 

 

 

AUDIO OMELIA

 

 

 

 

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TESTO OMELIA

 

 

4° domenica di Pasqua – 21-4-2013

Gv15,9-17 “Non vi chiamo piu’ servi, ma vi chiamo amici”

              

Un Vangelo come questo ci chiede di chiarirci sui termini che vengono usati da Gesu’:

  • in che modo li intendeva Lui
  • in che modo possiamo intenderli anche noi

perche’ il fatto di essere chiamati servi, ci fa capire che c’e’ veramente un cambiamento radicale:

da una posizione di schiavitu’ ad una, invece, alla pari, di amicizia.

 

Eppure, possiamo dire che i grandi Patriarchi dell’Antico Testamento si definivano “servi di Dio”; Mose’ ed Abramo; o pensiamo alla bella espressione del profeta Samuele, una volta riconosciuta la voce di Dio: “Parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta”.

Quindi…sicuramente la parola “servo” non la dobbiamo intendere come una schiavitu’, dove si ha solamente da obbedire e nulla da ricevere; niente da ricevere come amore ma da eseguire solo cio’ che e’ giusto.

Peraltro…in altre pagine di Vangelo…questa parola viene usata…Ad esempio, in quella parabola in cui si dice: “dopo tutto quello che avete fatto, dite: siamo servi inutili”

 

Quindi…in noi rimane l’essere servi (ma non l’essere servi come essere schiavi)…questo mai viene utilizzato, mai la parola schiavo!

Servo, invece, nel senso che e’ qualcun altro che ci pone al suo servizio…che e’ qualcun altro che ci chiama a Lui. E – ancor meglio oggi – questa parola viene specificata.

 

Se c’era qualche fraintendimento: non la chiamiamo piu’ servitu’ ma amicizia.

Quello che c’era fra Gesu’ e i 12 Apostoli, fra Gesu’ e ciascun cristiano, e’ un rapporto di amicizia.

Questo rapporto e’ pero’ scelto da Lui:

  • e’ Lui che ci costituisce
  • e’ Lui che ci chiama a questo rapporto particolare…non noi

Lui non si impone nel suo essere amico, ma ci tratta tutti come amici. Questo si’!

 

Infatti, Gesu’, non e’ Lui che si propone come amico. Non ha mai detto “io sono amico”.

Ha sempre detto “io sono il buon pastore”, “io sono la luce del mondo”, “io sono un’acqua che fara’ si’ che tu non abbia piu’ sete”, ecc… ma non ha mai detto “io sono l’amico per te”.

Al contrario…ha detto “voi siete gli amici per me”…E’ questo il modo con cui ci tratta e ci considera tutti.

 

E per questo dice, parlando di se stesso: l’amore piu’ grande che un uomo possa avere (“che io posso avere per voi” dice Gesu’) e’ che io consegni la vita per voi; “non c’e’ amore piu’ grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Cioe’ per tutti.

Gesu’ ha in mente tutti come amici.

 

Ecco…questo sguardo e questo forte richiamo di Gesu’ sull’amicizia e sul dare l’amore per noi, non puo’ far altro che dirci: e’ nella sua persona, veramente risorta fra noi che troviamo una gioia piena.

Ed e’ questo che il tempo di Pasqua ci sta dicendo: che noi possiamo trovare quella vera gioia – che qui’ viene detta – in Lui e non in altro.

 

E questo, ogni mattina, ce lo dobbiamo continuamente ripetere…quando appena svegli abbiamo l’impressione che dobbiamo pensare subito a noi stessi, quando la nostra persona un po’ si impone su quello che succede intorno a noi…

Ma ogni mattina…ci viene detto: ricordati che io ho dato la vita per te e che tu vivi per questo motivo…solamente per questo motivo. Perche’ io ho dato la vita per te.

 

Allora si capisce anche il richiamo ad avere amore gli uni per gli altri.

Ecco…non un semplice richiamo ad essere attenti, ad avere buone maniere…(siamo tutti abbastanza bravi, oggi, ad essere politically-correct)…a far si che tutte le cose vadano bene, a non far venir fuori troppi problemi ma un po’ quasi ad insabbiarli…

Ma non e’ questo l’amore che ci chiede Gesu’: e’ piuttosto quello di dare la vita

E San Paolo ce lo ha mostrato, perche’ – abbiamo ascoltato nelle letture – e’ in prigione per il Vangelo.

 

Mi sembra che allora – e concludo – la testimonianza vivente di San Paolo ci faccia intuire che quando un nostro modo di amare e’ sofferto…drammatico…non ci fa stare tranquilli…siamo sulla strada giusta.

Quando in chi e’ prossimo a noi e nell’amore che tentiamo di dare…tentiamo di ricevere…che facciamo fatica…ecco, li’ il Vangelo ci dice: questa e’ la modalita’ dell’amore.

Diversamente dobbiamo interrogarci: se tutto ci sembra normale, se non abbiamo piu’ stimoli, se tutto va avanti tranquillamente…allora, forse, qualcosa non va…

 

Questo e’ l’amore del Vangelo che noi oggi celebriamo e che chiediamo con insistenza allo Spirito che venga in noi.

Un amore che sappia soffrire con gioia per chi il Signore ci mette accanto.

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