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Vangelo di domenica 28 APRILE 2013 ed audio Omelia Don Donato

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ANNO C V DOMENICA DI PASQUA - VANGELO

VANGELO

Gv 13, 31b-35

Vi do un comandamento nuovo: amatevi come io ho amato voi.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

 

In quel tempo. Il Signore 31Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. 32Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. 34Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

 

AUDIO VANGELO

 


 

AUDIO OMELIA

 

 

 

SEGNALIAMO CHE CON INTERNET EXPLORER CI SONO PROBLEMI PER SENTIRE L'AUDIO, MENTRE CON ALTRI BROWSER FUNZIONA TUTTO REGOLARMENTE

 

TESTO OMELIA

 

5° domenica di Pasqua – 28-4-2013

Vi do’ un comandamento nuovo: “amatevi come io ho amato voi”

 

Il filo conduttore delle tre letture è l’amore.

Ma questa parola è usata e potrei dire anche abusata.

Non si tratta di mettere in dubbio l’amore: nessuno di noi direbbe che l’amore non è importante. È spontaneo  e naturale.

Il punto invece è capire quando quel determinato atteggiamento, o sentimento, è “amore” dobbiamo saperlo distinguerlo da altri sentimenti.

Troppe volte confondiamo l’amore, come lo intende il Vangelo, con l’amore come lo intendiamo noi.

Tutti gli atteggiamenti che abbiamo sono espressione di “amore”?.

  • Prendiamo ad esempio una coppia di adolescenti che si innamora e sei mesi dopo si lasciano: è  “amore”? In quel momento è visto come tale…ma.
  • Come pure atteggiamenti che ci spingono ad affezionarci a qualche animale; spesso sento utilizzare parole come: amo il mio cane, il mio gatto. E’ amore o è un’altra cosa?

Il problema, dunque, non è mettere in discussione l’amore, ma è capire che cos’è.

Le letture di oggi danno qualche spunto:

Innanzitutto l’amore è “condivisione”.

Nella prima lettura si legge “che i primi cristiani mettevano tutto in comune”…

Quindi la prima risposta che possiamo dare alla nostra domanda è amore quando si sa mettere “in circolo” quello che siamo, e quello che abbiamo. Se lo si tiene per sè e non lo si condivide, non si può dire di “amare”.

Quindi l’amore è “condivisione”…

Ma l’amore è, come dice il vangelo di oggi, il modo di vivere di Gesù; il modo di rapportarsi agli altri “come ha fatto Gesù”.

Nel Vangelo Gesù dice: “Vi do un comandamento nuovo.”; perché “nuovo”? Anche prima di Gesù la gente si amava! È nuovo perché non si ama “come noi sentiamo dentro” ma si ama “come Gesù ho amato”.

Quindi è amore quando è come quello di Cristo. Tant’è vero che Gesù dice “come io ho amato voi, così amatevi anche voi, gli uni gli altri”

Quindi amarti è considerarti come ti considera Dio e come ti considera Dio?

Ci aiuta nella risposta san Paolo con il bellissimo "Inno alla Carità”.

La parola “Carità” deriva dal latino “Caritas” che vuol dire “amore-pieno-totale”. Io rileggerò il testo paolino utilizzando la parola amore invece della parola carità:

L’Amore non è invidioso

L’Amore non si vanta

L’Amore non è orgoglioso

L’amore non manca di rispetto

L’Amore non cerca il proprio interesse

L’Amore non si adira

L’Amore non tiene conto del male ricevuto

L’Amore non gode dell’ingiustizia

L’Amore si rallegra della verità

L’Amore scusa tutto

L’Amore sopporta tutto

Voi amate cosi? Io no…

Siamo “spiazzati”: è questo l’amore? Si, ……Lui ama così: “come io ho amato voi, così amatevi gli uni gli altri”. Non è facile amare così, anzi, mi verrebbe da dire che è impossibile.

Che risposta dare allora alla domanda che ci siamo fatti sull’amore?

Utilizzo un esempio: quando si sale verso una montagna l’obiettivo è la cima e per raggiungerla bisogna camminare. Quando avrò realizzato il mio sogno? Quando sono arrivato in cima!

Il mio sogno è la nostra cima, è, uscendo dall’esempio “l’amore” descritto da San Paolo. Io devo arrivare lì, devo vivere con quell’amore. Quello è l’obiettivo della mia vita.

San Paolo più che interrogarci su come viviamo l’amore ci dice “come dovrebbe essere vissuto”. Ci fa vedere l’obiettivo, la meta: ecco, come devi vivere, quello è il tuo ideale di vita. Ma noi non viviamo ancora così… è vero …. ma l’importante è che tu ti metta in cammino…che tu inizi a salire su quella montagna. Non interessa a che punto sei del tuo cammino, se sei vicino o lontano dalla cima; interessa la tua volontà di arrivare alla cima e interessa che tu ti sia messo in cammino”. Al Signore basta questo: perché lui sa che quando si cammina ci si stanca, ci si siede (quante volte nella vita dell’amore succede di fermarsi e dire: “basta… è troppo pesante, troppo impegnativo”, e ti siedi… ma poi ti rialzi e riprendi. Se hai nel cuore la meta, se c’è la nostalgia della meta,… dell’amore: ti stanchi… succede, ma ti rimetti in piedi e nonostante la fatica, riparti.

Cosa pensare invece di chi si mette in cammino verso la cima e dopo un po’ di strada si sente stanco, si ferma, ... la stanchezza prevale sul sogno, prevale sul desiderio, prevale sulla nostalgia della cima e dice: «è troppo faticoso trono indietro, scendo»

È il fallimento! Non aver più la nostalgia della cima, non aver più la nostalgia dell’amore.

L’amore è l’obbiettivo della vita, ma quell’amore, quello di Gesù Cristo non quello che pensiamo noi . Allora amare significa rimettersi in cammino, scoraggiati o no, bisogna saper riprendere a camminare, a rimettersi in quello sguardo, continuare, sapendo che è possibile arrivare.

Magari non al livello descritto da San Paolo, non come lo ha vissuto Gesù Cristo … è vero ….ma lui ci ha indicato la strada, e ce l’ha proposto perché è …. possibile, "è possibile – lui dice -vivere come io ho vissuto, è possibile amare come io ho amato”.

L’amore” allora, più che qualcosa che già abbiamo, è un progetto di vita.

Nessuno di noi sa amare come Gesù Cristo o come diceva San Paolo nella seconda lettura; ma tutti noi abbiamo nel cuore la nostalgia di quell’amore, che non dovremmo mai perdere ne spegnere.

Cerchiano allora, in conclusione di individuare se siamo capaci, o no, di amare; se ci stiamo incamminando verso la meta oppure se stiamo girando a vuoto.

La prima lettura, l’abbiamo già detto, ci dava già un primo orientamento: la “condivisione”., e Gesù’ – in un altro brano di Vangelo – ci dice che la condivisione si traduce in “comunione”, dove l’altro fa parte della tua vita, non è un estraneo tant’è vero che Gesù dirà: “Che siano una cosa sola perché il mondo creda”.

Dunque, la condizione perché il mondo creda non è fare tante cose, elemosine, culto ecc. – che sono tutte cose belle, è vero – ma la condizione è: “che siano una cosa sola”. L’amore si traduce nella voglia di diventare “una cosa sola” non solo con quelli che ci piacciono o ci sono simpatici ma “con tutti”.

Una seconda conclusione la traggo dal vangelo di oggi dove Gesù dice: “da questo sapranno che siete miei discepoli”.

Là si diceva “siate una cosa sola perché il mondo creda”… qui “se volete far sapere che siete miei discepoli, abbiate il mio stesso amore gli uni per gli altri”. Nient’altro.

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