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Vangelo di domenica 17 MARZO 2013 ed audio Omelia Don Donato

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ANNO C V DI QUARESIMA - VANGELO

VANGELO

Gv 11, 1-53

La risurrezione di Lazzaro.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni.

 

In quel tempo. 1Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo;10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà».13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?».27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

47Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. 48Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione». 49Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! 50Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». 51Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

Parola del Signore.

 

AUDIO LETTURA VANGELO

 

AUDIO OMELIA

 

 

 

 

Il testo dell'omelia verrà inserito martedì sera.

 

Ricordo che in IE ci sono problemi per sentire l'audio, mentre con Chrome funziona correttamente

 

TESTO OMELIA

 

17.3.2013 – Vangelo della RISURREZIONE DI LAZZARO

Omelia di don Donato

Ci troviamo di fronte ad un brano con tanti spunti: vediamone alcuni:

Il primo è l'amore di Gesù nei confronti degli amici: Marta, Maria Lazzaro: quando poi, alla tomba, Gesù piange, i Giudei avvertono quanto il Signore amava i suoi amici. Gesù nei discorsi dell'ultima cena, come ci riferisce il vangelo di Giovanni, aveva fatto delle affermazioni molto chiare sull'amore che lui ha per tutti gli uomini: «Non c'è amore più grande di chi à la vita per chi ama». Questo passo però ci dice il Signore ha dei rapporti di amicizia concreta con delle persone; ama concretamente i suoi amici: Lazzaro, Marta e Maria questi tre fratelli.

Il secondo spunto lo troviamo nella frase di Marta poi ripetuta esattamente dalla sorella Maria: «Se tu fossi stato qui mio fratello non sarebbe morto» Mi sembra questa frase l'espressione dell'amarezza che noi tutti abbiamo di fronte alla morte. Quante volte anche noi, quando siamo toccati dal dolore o dalla morte di qualche persona che ci è cara, siamo tentati di dire: «Ma Dio dove sei»… «Se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!» Pensiamo che, in qualche modo, Dio è colpevole del male del mondo e della morte. La tentazione di accusare Dio come origine del male che ci porta di fatto a convincerci che Dio è "cattivo": è lui che fa morire, che permette i terremoti, le catastrofi, Dio è visto quasi come origine del male… oppure , come fa Marta in questo brano, Dio è visto come assente, lontano: il male c'è, ma lui non fa niente per toglierlo. Notiamo però l'atto di Fede di Marta, dopo averlo rimproverato per la sua assenza e apparente (o reale) lontananza si mette nelle mani di Gesù dicendo: «Mi fido di te»; è una fiducia a 360 gradi. Non è una fiducia di chi ha capito tutto, tanto è vero che, ascoltando il maestro parole del maestro, non arriva a pensare che tra poco assisterà al ritorno in vita del fratello, dice infatti: «Si è vero che mio fratello risorgerà ma non adesso bensì alla fine del mondo». Nella domanda di Marta non c'è la richiesta della risurrezione immediata ma un atto di fede incondizionato in Gesù che a sua volta riprende: «Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me anche se muore vivrà, chiunque vive e crede in me non morrà in eterno»: questa è la frase centrale di tutto il brano: «Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non morrà in eterno». Gesù ci sta dicendo che noi siamo eterni; che abbiamo dentro un germe di eternità. Di fronte a questa frase così solenne il Maestro chiede a Marta: «Ma tu credi?». Se noi fossimo stati al posto di Marta cosa avremmo risposto? Questa frase: «Io sono la risurrezione e la vita chi crede in me anche se muore non morrà in eterno»…. vale sempre! Non solo per Marta ma anche per noi, vale sempre, anche oggi. La domanda di Gesù perciò è rivolta a ciascuno di noi: «Tu cristiano di oggi, credi questo?» Notiamo la risposta di Marta. La dico con mie parole«Signore non ho capito niente… ma so che tu sei Figlio di Dio. Sì credo ma non alle parole che hai detto…, quelle non le capisco, ma credo a te!». Quante volte anche noi di fronte alle parole del Vangelo diciamo: «Non le capisco… ma credo in colui che le ha dette… Se le hai dette tu sono vere». Questa è la fede! «Signore non capisco quello che mi dici, quello che mi chiedi ma mi fido di te»

Il terzo spunto lo trovo quando Gesù è al sepolcro e dice: «dove l'avete posto» e rispondono «Vieni a vedere!» e Lui scoppiò in pianto! Mi viene da pensare un po' criticamente: «Ma perché piange? Tra poco farà il miracolo – lui lo sa! Fa finta a piangere?». Vado a memoria, non ho controllato e posso sbagliarmi ma mi sembra che Egli piange solo due volte, nel vangelo: quando sta entrando in Gerusalemme e dice «Oh Gerusalemme, oh Gerusalemme quante volte io come una chioccia ho cercato di radunare i tuoi figli, ma tu non mi hai dato ascolto» e la seconda volta che piange è qui. Perché Piange? No non fa finta, Mi piace leggere questo pianto, come segno, potremmo dire meglio icona, di ogni pianto di Dio che non è mai indifferente al nostro dolore. Quando siamo di fronte al male e ci verrebbe la tentazione , come fa Marta e poi Maria, di gridare: «Ma dove sei?!» ricordiamoci questo pianto Dio ci dice: «Il tuo dolore è anche il mio, le tue lacrime sono le mie» poi farà il miracolo, ma prima di farlo …piange. Questo è il pianto di Dio su tutte le povertà, su tutti i mali, su tutto il dolore dell'uomo. Mi piace vedere Dio che, di fronte a qualunque dolore, piange con noi. È consolante quando stiamo soffrendo, siamo in crisi, in difficoltà, il nostro cuore è a terra ... pensare che il Signore piange con me, questo è proprio un motivo di grande consolazione. Magari non può fare niente, ma sta dalla mia parte e mi capisce… condivide. È accanto ad ogni dolore del mondo.

L'ultimo spunto: dopo aver riflettuto sull'incomprensione che porta gli altri a pensarlo lontano se non indifferente al nostro male, rimaniamo meravigliati - come domenica scorsa nel miracolo del cieco nato dove nessuno aveva gioito, cercando al contrario solo polemica - così oggi di fronte ad un miracolo così grande c'è una reazione strana. Notate che i vangeli parlano solo di tre resurrezioni: la figlia di Giairo capo della sinagoga (Vedi Marco cap 5) un figlio unico la cui madre era vedova (nella cittadina di Nain) che veniva portato alla sepoltura (vedi Luca cap 7) e Lazzaro. Quest'ultima è stata la più straordinaria perché era fatta dopo 4 giorni: è interessante ciò che dice S. Agostino quando osserva che i tre miracoli si integrano: il primo il morto si trova in casa, il secondo lunga la strada per essere portato alla tomba ed il terzo si trova già nel sepolcro. Il fatto che è lì da 4 giorni ci fa intuire con evidenza che la risurrezione è impossibile- come osserva Marta, …ma nulla è impossibile a Dio, l'aveva detto anche l'angelo a Maria durante l'annunciazione. Ebbene dopo questo miracolo così straordinario che ha colpito sicuramente la folla ed ha avuto come risultato che molti giudei credessero in lui, la reazione non è stata: «Che bello, abbiamo un profeta che ci salva dal male, che dona la vita!» ma «Bisogna farlo fuori, bisogna ucciderlo», perché? «Ci porta via i clienti, tutti crederanno in lui e non più in noi» Guarda caso, anche qui scatta l'invidia che è, anche se non solo, uno dei  motivi per i quali Gesù è stato ucciso!

 

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