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Vangelo veglia di PASQUA 31 MARZO 2013 ed audio Omelia Don Donato

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ANNO C DOMENICA DI PASQUA - VANGELO-

VANGELO

Mt 28, 1-7

L’angelo annuncia la risurrezione a Maria di Màgdala e all’altra Matia.

Lettura del Vangelo secondo Matteo.

 

In quel tempo. 1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

 

AUDIO VANGELO

 

 

 

AUDIO OMELIA

 

 

 

TESTO OMELIA

 

30.3.2013 – Vangelo della VEGLIA PASQUALE

Omelia di don Donato

Il mio compito questa sera è quello di far riecheggiare tutta la ricchezza di questa celebrazione a partire dal rito della luce per passare attraverso l'abbondanza delle letture che abbiamo ascoltato per poi toccare il tema del battesimo

Abbiamo incominciato questa celebrazione nella notte, guardando la tenebra: la chiesa era buia. La tenebra ci richiama in qualche modo il sepolcro. Dentro questa chiesa buia è entrata una luce.

La luce è indispensabile è importante: cosa sarebbe un mondo senza luce eppure se ne può fare a meno; pensiamo ai ciechi che vivono senza luce: c'è qualcuno anche nella vita spirituale, che vive senza luce, lo fa, ma si serve di altre luci che distorcono la realtà: immaginate se la luce del sole fosse verde o blu: tutto diventerebbe diverso. Il problema non è avere una luce ma avere quella luce.

Abbiamo sentito nella prima lettura che Dio come prima cosa crea la luce che permette di vedere. Mi verrebbe da dire che Cristo prima di essere la luce è colui che permette di vedere le cose illuminate. Abbiamo bisogno della sua luce per capire le cose in un modo esatto. Anche la risurrezione, abbiamo sentito nel vangelo, avviene all'alba, all'inizio della luce quando la notte lascia il posto al giorno, all'alba, le donne vanno al sepolcro, e, guarda caso, l'angelo che l'annuncia è cinto di fulgore.

Anche Abramo nella seconda lettura ha bisogno di luce per vedere un altro volto di Dio, il Dio che aveva in mente era assetato di sangue, voleva la morte di suo figlio, ma su quel monte, che il testo chiama "Dio vede", Abramo ha un'altra luce: vede in un altro modo il volto di Dio: non è quello che vuole la morte del figlio Isacco ma al contrario vuole la sua vita.

La vita però nasce dalla morte; pensiamo a Gesù che nel suo vangelo parla del chicco di grano caduto per terra e muore per dare molto frutto. Ecco dove ci porta il tema della risurrezione; una vita che nasce dalla morte, come abbiamo contemplato in questi giorni, ieri in particolare. Anche la vita di Israele, l'abbiamo sentito, nasce dalla morte di un agnello ucciso il cui sangue è stato versato per proteggere il popolo dalla morte dei primogeniti. È stato il sangue di quest'agnello che ha permesso a Israele di continuare a vivere ed evitare la morte dell'angelo sterminatore.

L'obbiettivo della vita è però la libertà, quella che Israele avrà dopo il passaggio del mare, quella che Gesù manifesta dimostrandosi libero e coerente anche di fronte alla morte. Gesù stesso dirà non c'è amore più grande di chi da la vita per chi ama. Come è libero colui che di fronte alla morte non cerca la sua salvezza! È questa la più grande libertà. Il venerdì santo ci ha insegnato un Dio libero che non si spaventa di fronte alla morte. Solo questa capacità di vincere la paura della morte e del dolore è la vera libertà che Gesù ci ha insegnato sulla croce. Libero è Gesù, come libero è Israele che passa il mar rosso. La paura della morte e del dolore ci toglie questa libertà: quante vigliaccherie noi commettiamo perché non siamo liberi perché vogliamo tirare a casa qualcosa, perché abbiamo paura di rischiare fino in fondo

Vita – luce - libertà, come diventare possederle? Come diventare uomini di luce, liberi e coerenti? Abbiamo sentito Isaia che ci ha detto: «Voi assetati venite all'acqua» acqua che tra l'altro purifica come dice sempre Isaia Questo tema della purificazione è strettamente legato al tema dell'acqua. Per cercare l'acqua, però, bisogna aver sete, chi non ha sete non cerca l'acqua, la ignora. È questo il problema: avere sete… ma di che cosa? Di Chi? Perché? Bisogna, in altre parole, aver sete di Lui che è l'acqua vera che zampilla per la vita eterna. Ecco allora il sacramento del Battesimo che ricordiamo in questa notte santa. Dice sempre Isaia, Lui è l'acqua e si fa trovare, cercatelo… Alle volte la gente mi dice: «Io, Dio, non lo conosco, non l'ho trovato, non l'ho incontrato» Cercalo ancora, egli si fa trovare!

Quindi la prima risposta alla domanda«Come fare per diventare liberi, per diventare veri», la prima risposta è avere sete di lui, cercate quell'acqua perché lui si fa trovare.

La seconda risposta è ascoltare la Parola; c'è, sempre nella quinta lettura di Isaia, quel bellissimo testo che riecheggia anche in un canto: «Come  la pioggia e la neve vengono giù dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra senza averla fecondata e fatta germogliare… così la mia parola» Quando la parola arriva qualcosa fa, irriga, non ritorna senza aver cambiato qualcosa.

Quindi Acqua, Parola (cioè verità) ci fanno "nuovi" cioè "risuscitati", è appunto questo il mistero della Pasqua che stiamo celebrando. Questa ci ricorda che è sempre possibile vincere la morte; noi non crediamo che è possibile vincere la morte, pensiamo che la morte vinca noi. La Pasqua ci dice proprio il contrario: non c'è morte che non può essere vinta: dice infatti Pietro negli atti che «non è possibile che vinca la morte».

Ecco allora la terza parola come risposta alla domanda che ci siamo fatto quando ci siamo chiesti: «Come essere uomini di luce, uomini liberi e coerenti?» abbiamo detto per primo l'acqua, poi la parola ora la terza … che è la fede - siamo appunto nell'anno della fede. Paolo scrivendo ai Romani nell'ottava lettura, dice che la fede suscita l'obbedienza.

Quel mattino di Pasqua ha cambiato la Storia perché ha capovolto la logica della paura, dell'odio e dell'invidia. Si può rispondere in modo diverso al male che c'è; si può rispondere in una maniera nuova - ci dice la Pasqua: «La Paura, l'odio, il male feriscono certamente… ma non vincono!»

Tutte le morti, tutti i dolori possono essere vinti perché lui è risorto … vi precede, ci dice il vangelo. Cioè, lui c'è, c'è sempre, c'è adesso… non c'era solo una volta Quello di stasera non è un semplice ricordo è la contemplazione di qualcosa che c'è. L'eucaristia tutte le domeniche ce lo ricorda. Lui c'è e ci aspetta. Lui è la prova della vittoria. Spesso la gente mi dice: «Nessuno è mai tornato indietro dalla morte». No! lui è tornato indietro! Non è venuto solo dal cielo (come è capitato con l'incarnazione) per dirci che c'è un Dio che ci ama, è tornato anche dopo la risurrezione per dirci che c'è un Dio che vince la morte, che la morte è sconfitta. Lui è il primo di una schiera di risorti perché lui è la Pasqua.

 

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