Decanato San Siro - Sempione - Vercellina | Parrocchia Beata Vergine Addolorata in San Siro (MI)

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La Voce del Parroco aprile 2011

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La qualità della gioia


C’è una parola che ci attira continuamente, ci affascina: felicità. Forse è attorno a questa parola che si possono spiegare tutte le complesse realtà della vita e

della storia. Si vive per essere felici e quando non lo si è si avverte come una sensazione di fallimento. Ogni agire dell’uomo è fatto in funzione di questo. Persino il male che facciamo, a ben pensare, non è altro che una ricerca di gioia (fatta naturalmente in modo sbagliato). Siccome siamo fatti per questo, noi siamo insaziabili, vogliamo sempre più, sempre meglio. Non è sufficiente essere felici per qualche momento, vogliamo esserlo sempre! Spesso ci accorgiamo quanto sono inconsistenti le nostre gioie; mi viene in mente la parabola del figliol prodigo (Lc 15): un figlio che non era contento nella sua casa, voleva una gioia che non provava presso suo padre che lo amava, voleva avventure, voleva novità, “partì allora per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto”. Ma la gioia dura tanto quanto i soldi: quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora rilegge la sua vita e ne coglie il fallimento: “Quando sono partito dalla case di mio padre volevo altro ma non l’ho trovato” e riscopre la bellezza di quella casa che aveva lasciato: “Rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!” e scopre che non i “soldi” ma le “relazioni” danno senso alla vita. Lui non aveva bisogno dei “beni del padre ma del suo abbraccio che perdona e che lo fa sentire a casa, al suo posto, lo fa sentire figlio… non consumatore di beni e di avventure. La felicità è alla nostra portata ma dobbiamo individuarne le strade che non sono sempre però le più immediate, le più gratificanti. Una gioia che non è duratura è illusione.

 

C’è un altro concetto poi che va tenuto in considerazione, è quello della sofferenza. Il dolore è l’altra faccia della medaglia della vita umana: la nostra esistenza può diventare una corsa ad ostacoli per evitare il più possibile ciò che fa soffrire. Il male ci scandalizza … ma c’è! Non si può vivere senza incontrarlo «È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! (Lc 17, 1-3). Non c’è momento storico che non ci richiami questa terribile realtà: si pensi ad esempio ai morti del Giappone e della Libia o di altre realtà magari poco conosciute ma non per questo meno drammatiche.

 

Tutto ciò che fa soffrire: la morte, l’ingiustizia, la cattiveria ecc. ci scandalizza. Eppure la vera grandezza dell’uomo si vede nella sofferenza. Nel film sui monaci di Tibhirine proiettato in parrocchia venerdì 25 marzo, frère Luc monaco di 82 anni di fronte alla prospettiva della sua morte, dopo la minaccia di un gruppo armato, afferma che la morte non lo spaventa che non se ne andrà dall’Algeria perché … è un uomo libero! È facile essere contenti quando tutto fila liscio… essere calmi e sereni quando siamo avvolti dal bene: «Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla» Lc 6, 33-35)

 

Ecco la proposta cristiana: è un’offerta della gioia e della libertà! Dice Gesù nel vangelo di Giovanni (15,11) «Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.» e subito dopo dice: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (15,13).

 

Stiamo vivendo la quaresima che alla fine di questo mese ci porterà alla Pasqua. In fondo questo tempo è dono dato per “fare verità su di noi”, capire cosa è il bene ed il male, scegliere la strada della gioia che passa da un cuore veramente libero (e quindi forte) di cercare solo ciò che è vero e stabile. La Pasqua che tra poco celebreremo ci invita a far memoria di questa gioia realizzabile solo se c’è la libertà di un cuore che sa donare tutto se stesso fino alla morte. La felicità che tanto desideriamo deve passare dalla strada tracciata da Gesù: Senza di me non potete far nulla. (Gv 15,5).e ancora  «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà trovato la sua vita, la perderà: e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà.»(Mt 10 37-39).

 

Quando Dio ha creato l’uomo l’ha fatto a “sua immagine”. Ciascuno di noi è immagine di Dio, ogni persona lo è: il povero e il ricco, il piccolo e il grande, l’italiano e lo straniero, il buono e il cattivo… ognuno e sempre. Il peccato è oscurare questa immagine, è banalizzarla, ridicolizzarla, è un po’ quello che si vede quando ci guardiamo in uno specchio difettato. Una vita è felice quando si è se stessi, come il seme che viene gettato per terra per diventare quello che è nella sua natura. La Chiesa (quindi il singolo cristiano) ha la vocazione di far vedere il volto di Dio, il suo amore, il suo perdono, il suo abbraccio; essa esiste per essere immagine di Dio. Il soggetto che si rispecchia è diverso dall’immagine riflessa ma lo specchio può ingannare lo sguardo dando una falsa rappresentazione della realtà.

 

Dio sa che gli uomini non sono sempre fedeli testimoni del suo amore ma si intestardisce a farci diventare così, vuole sempre ricostruire in noi la sua immagine. Non ha “badato a spese“, nemmeno quella di mandare suo Figlio a morire in croce per dirci cos’è la sua immagine, quella di uno che muore per amore. Questa voglia di Dio di rifarci nuovi è appunto il messaggio della Pasqua: è annuncio di perdono, perché non si può “rinnovare” se non si perdona. Si può stracciare una fotografia se è uscita male e rifarla. Ma Dio, poiché ama preferisce ritoccare la foto, migliorarla piuttosto che strapparla. Ogni persona è sempre un immagine da ritoccare, mai da distruggere: è da qui che viene la dignità dell’uomo e la possibilità del perdono: «Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai». (Luca 17, 3-4).

 

Quello che abbiamo vissuto il mese scorso il 6 marzo durante la professione perpetua vuol appunto richiamarci questo: una giovane donna filippina chiamata Yvette ci ha detto che, pur nella sua fragilità umana, è possibile essere immagine di Dio… e se è possibile per lei, perché non deve esserlo per noi tutti? Ciascuno a suo modo, nella sua situazione, nella sua età … ma è possibile per tutti. Allora sarà Pasqua!

Don Donato

 

Informazione sul consigli parrocchiali

 

Consiglio Pastorale Parrocchiale del 21 marzo 2011

 

Il Consiglio pastorale ha riflettuto sulla richiesta fatta dall’arcivescovo nel suo piano pastorale di quest’anno sul cammino di preparazione ai sacramenti della cresima e della prima comunione. Don Roberto ha presentato ciò che da qualche anno la nostra parrocchia fa in questo campo che è pienamente in linea con ciò che chiede il nostro vescovo.

 

C’è un cammino di 4 anni a partire dalla 3 elementare fino alla 1 media al termine del quale si ricevono i tre sacramenti della iniziazione cristiana (battesimo, cresima ed eucaristia oppure per chi ha già ricevuto il battesimo da piccolo: cresima ed eucaristia). Questo itinerario si differenzia da ciò che si faceva negli anni precedenti non solo dal fatto che cresima e comunione si ricevono nello stesso momento ma dall’utilizzazione dello stile catecumenale. Il catecumenato infatti è non è tanto finalizzato alle ricezione dei sacramenti ma alla adesione di fede a Gesù Cristo. Lo scopo della catechesi è primariamente quello di aiutare a seguire il Signore morto e risorto come senso della propria vita. I vari anni di formazione allora non sono scanditi dalla ricezione dei sacramenti in modo separato ma da una differenziazione di tappe ritmate da alcune gesti simbolici come la consegna della Parola, del Padre Nostro e del Credo.


Il consiglio ha approvato all’unanimità questa linea in coerenza con quanto chiede Il cardinale nel piano pastorale 2010-2011. Scelta questa che si ritiene definitiva anche per i prossimi anni.

 

Ci si è poi soffermati sulla valutazione del ritiro dei consigli pastorali decanali fatto nella nostra parrocchia sabato 26 febbraio. Tutti si sono ritrovati d’accordo nel ripetere questa esperienza che aiuta a sentirsi un unica chiesa fatta da parrocchie diverse che camminano insieme verso un solo progetto di comunione.

 

Ancora parere molto positivo è stato dato sulla giornata del 6 marzo giorno della consacrazione perpetua di Suor Yvette. Si è respirato un clima di festa che ha aiutato tutta la parrocchia a pensare sul valore della scelta religiosa a sentirsi Chiesa in cammino per una scoperta sempre più profonda della vocazione di ogni credente.

 

Tra le “varie” sono stati fatti degli accenni 1) sulla commissione liturgica che dovrà essere convocata al più presto per riflettere sulle iniziative da prendere e elaborare un piano di lavoro, 2) sul libretto dei canti già abbozzato e che ha bisogno solo di un ultimo ritocco in attesa di essere stampato (si spera quest’estate); 3) sulla realizzazione del sito della parrocchia che, dopo diverse traversie è in fate di costruzione (esiste attualmente già qualcosa in fase sperimentale www.bvatvb.com) si tratta ora di trovare dei volontari che possono garantire il prosieguo dei lavori.

 

Consiglio Affari Economici parrocchiale del 29 marzo 2011

 

Martedì 29 marzo si è ritrovato il Consiglio affari economico parrocchiale si è parlato

 

*      del bilancio 2010 da presentare alla curia entro il 31 marzo e poi da rendere noto a tutta la parrocchia,

*      della nuova legge che permette di vendere la “cubatura” non abitabile che potrebbe aiutare la parrocchia ad avere entrate utili per eventuali lavori successivi che vanno ben individuati.

*      Ci si è impegnati a fare una mappatura di tutti gli interventi da fare sugli stabili della parrocchia ora che si è quasi finito di pagare i nuovi campi da calcio. (mancano € 11.000)

*       S è poi parlato della sostituzione della copertura della caldaia del tennis fatta attualmente con fogli di Eternit 

 

NOTIZIE DAL GRUPPO MISSIONARIO PARROCCHIALE 

 

“ INSIEME SI PUÒ ”

 

 I pastori Mbororò avranno il pozzo!

 

Dopo aver letto che con il mercatino non avevamo raccolto quanto necessario, alcune persone hanno pensato che i pastori Mbororò dovevano avere il pozzo ed hanno coperto l’importo mancante per arrivare ai 4.000 euro.

 

 Non possiamo che rallegrarci per lo sforzo comunitario che, ancora una volta, esprime la capacità di solidarietà della nostra Parrocchia.

 

 

Ci stiamo avvicinando anche quest’anno

 

al giorno della raccolta dei

 

SALVADANAI SOLIDALI

 

a favore dei bambini della Casa del Sorriso di Danang, in Vietnam.

 

Sabato 9 e Domenica 10 Aprile

 

ci saranno i soliti banchetti dove lasciare il salvadanaio ritirato lo scorso anno e prendere quello nuovo.

 

Quest’anno avremo la presenza di Enzo Falcone, in Italia per qualche giorno, che darà brevi notizie sull’andamento della Casa del Sorriso durante tutte le S. Messe. 

 

Avremo inoltre la possibilità di parlare con lui anche durante il pranzo di condivisione che si svolgerà nel salone parrocchiale alle 13 (si prega di iscriversi in sacrestia per sapere quanti posti predisporre).

 

Dopo il pranzo, per chi vorrà fermarsi, Enzo farà conoscere i progetti dell’associazione Care the People, nata qualche anno fa per sostenerlo nella sua opera umanitaria in Vietnam.

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